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Presto i soggetti in gioco saranno ognuno troppo ricco di dati e di informazioni e insieme troppo poco atto a decifrarle. Non solo quelle che riceve, a decifrare quelle stesse che può a sua volta rimettere in gioco. E non parlo solo di informazioni e comunicazione culturale, culturalizzata, parlo anzi proprio dell’informazione, e anche, delle informazioni e dei dati in qualche modo sbobinabili, cioè considerare i soggetti come bobine che senza più darsi e avere il tempo di riflettere, trascrivere, produrre testualmente istanze di comunicazione si danno come in comunicazione, letteralmente si sbobinano, si offrono... in modo davvero incontrollato, incontrollato da loro stessi. Non incontrollato da chi poi avrà questa sbobinatura di fronte, tra le mani, davanti agli occhi, tra le dita, ma per loro stessi. Credo che la rete delle reti sia questo, invece che la illusorietà della comunicazione, sia la certezza di non aver luogo, la certezza di non avere nulla da comunicare se non il fatto di esser fatti, se non il fatto di essere lì, quindi di avere qualcosa in termini di spazio-tempo da... da essere - io uso il termine “sbobinato”...più che tecnicamente, dando un senso mentale, proprio di iniettarsi, farsi iniettare in un circuito dove a sua volta chiunque acceda tutto avrà fuorché il tempo di rielaborare questo afflusso, questa iniezione. Potrà avere solo istantaneamente... Faccio per ridere, “istantaneamente” non esiste... Istantaneamente, istante, istantaneo è il... in realtà è una tragedia questa situazione di comunicazione... non “che viviamo”... che non viviamo. (it) |