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Quello che personalmente ritengo che illumini senz'altro in maniera evangelica la sua figura è il modo in cui penetrò a fondo i drammi del nostro tempo, pronto ad immolarsi in essi come martire o a viverli in diretto collegamento con la divinità e con la coscienza. Così fu quando, in occasione del dirottamento di un aereo della Lufthansa a Mogadiscio ad opera di terroristi tedeschi, offrì se stesso in ostaggio e, durante la vicenda Moro, il 21 aprile del 1978, scrisse una lettera agli «uomini delle Brigate Rosse» davanti ai quali s'inginocchiava implorando invano. Ma sono anche sprazzi di luce che non abbagliavano più la massa, ormai nichilista sulla validità di certi gesti e di certe parole.
Il 13 maggio 1978 a S. Giovanni in Laterano, in occasione del rito funebre per Moro, ebbe a dire: «Signore, ascoltaci... in questa giornata di un sole che inesorabilmente tramonta... Signore ascoltaci». Sembravano le parole di un profeta, in un presentimento di morte. (it) |