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Ma proprio nella voluttà comprendiamo quanto illusorio sia il piacere. Per suo tramite il piacere raggiunge l'acme, il massimo di intensità; ed ecco che proprio nel momento del suo maggior successo, subitamente si apre alla irrealtà, e si accascia nel suo stesso niente. La voluttà è il disastro del piacere.
Quando si sa ciò che dispensi a ciascuno di noi il destino, si resta sconcertati di fronte alla sproporzione fra un momento d'oblio e la somma portentosa di disgrazie che ne risultano. Più si fruga in questo soggetto, più si scopre che i soli ad aver capito qualcosa sono coloro che hanno optato per l'orgia o per l'ascesi, i debosciati o i castrati. (it) |