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Un colpo di fischietto. Un altro colpo di fischietto. Un terzo colpo di fischietto. Uno scossone. Un altro scossone. Un terzo scossone. E così via. L'Orient Express si avviò verso la grande avventura. Appena lasciata dietro la Gare de l'Est un maggiordomo in polpe bianche annunciò nei corridoi: «Signori viaggiatori, il pranzo è servito». Gli scompartimenti in tutto simili a lussuosi appartamenti in miniatura si svuotarono. Si riempì l'elegantissimo vagone ristorante. Tendine azzurro pallido ai finestrini. Soffitti decorati all'italiana. Pareti e sedie guarnite in cuoio di Cordova. Una minuscola cucina m. 1,30 per m. 0,90 spartiva il vagone in due semisale da pranzo di 12 posti l'una. Una semisala riservata ai mangiatori fumatori. E una riservata ai mangiatori non fumatori. (it) |