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Per l'Iran il contenimento della guerra è solo un mezzo per dividere gli sceicchi arabi dall'Iraq, per questi ultimi nient'altro che un primo passo verso la pace totale. Cosicché è nuovamente riesplosa la "guerra alle petroliere" che solo nell'ultimo anno ha provocato il danneggiamento di 62 navi e la morte di 13 marinai. Dalle dichiarazioni ufficiali Iraq e Iran sembrano nuovamente avviarsi verso una guerra di lunga durata, ma non ci sembra che potranno resistere tanto a lungo. In particolare Khomeini deve fare i conti con il riesplodere dell'opposizione armata nel Kurdistan e nel Belucistan oltreché del fenomeno terroristico interno di cui il dirottamento negli ultimi quattro mesi di sei aerei civili e militari è soltanto l'aspetto più spettacolare. Ma il fattore che forse maggiormente influirà sull'esito della guerra è il calo dell'interesse strategico della rotta petrolifera del Golfo a vantaggio della rotta continua del Mar Rosso. (it) |