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Sulle sue idee, certamente c'è poco da equivocare. Ma dove, principalmente, egli le espose e le ragionò?
Nelle grandi liriche, nelle composizioni in cui la fantasia e l'estro si accendono al calor bianco e cercano di raggiungere per ineluttabili scorciatoie i significati assoluti. È lo stato più estraneo alla coscienza vera, al giudizio accettato dalla ragione, quello che genera canti come A se stesso o La Ginestra. In quella loro altezza disperata si confonde davvero con la negazione una più alta e improvvisa accettazione dell'idea divina. (it) |