so:text
|
L’uso dell’espressione «i secoli bui», per indicare il periodo dal 600 al 1000, dimostra il nostro errore di volerci limitare all’Europa occidentale. In Cina, questo periodo comprende proprio l’epoca della dinastia Tang, la più grande epoca della poesia cinese, considerevole anche per molti altri motivi. Dall’India alla Spagna, fioriva la brillante civiltà dell’Islam. Ciò che in quest’epoca fu perduto al Cristianesimo non fu perduto alla civiltà, anzi al contrario. Nessuno avrebbe potuto prevedere che l’Europa occidentale avrebbe più tardi acquistato una posizione di predominio, sia per la potenza che per la cultura. Ci sembra ora che la civiltà dell’Europa occidentale sia la Civiltà, ma questo è un punto di vista ben ristretto. La maggior parte del contenuto culturale della nostra civiltà ci viene dal Mediterraneo orientale, dai Greci e dagli ebrei. Quanto alla potenza, l’Europa occidentale ebbe il predominio dalle guerre puniche alla caduta di Roma,grosso modo durante i sei secoli che vanno dal 200 a.C. al 400 d.C. Poi nessuno Stato dell’Europa occidentale poté più paragonare la propria potenza a quella della Cina, del Giappone o del Califfato. La nostra superiorità dopo il Rinascimento è dovuta in parte alla scienza ed alla tecnica scientifica, in parte alle istituzioni politiche lentamente maturatesi durante il Medioevo. Non c’è alcuna ragione, nella natura delle cose, per cui questa superiorità debba continuare. Nella guerra attuale, una grande forza militare è stata messa in luce dalla Russia,dalla Cina e dal Giappone.Questi uniscono la tecnica occidentale all’ideologia orientale-bizantina, confuciana o scintoista. L’India, se si libererà, apporterà altri elementi orientali. Non sembra improbabile che, durante i secoli futuri, la civiltà, ammesso che sopravviva, sarà più varia di quella successiva al Rinascimento. Esiste un imperialismo della cultura che è più difficile da rovesciare che non l’imperialismo della forza. Molto dopo la caduta dell’Impero d’Occidente, in realtà fino alla Riforma, tutta la cultura europea conservò i colori dell’imperialismo romano. Essa ha ora, per noi, il sapore di un imperialismo di marca europea occidentale. Credo che, se vorremo sentirci a nostro agio nel mondo dopo l’attuale guerra, dovremo ammettere che l’Asia occupi nel nostro pensiero un posto non solo politicamente ma anche culturalmente uguale a quello che spetta all’Europa. Quali cambiamenti ciò porterà io non so, ma sono convinto che essi saranno profondi e della massima importanza. (it) |