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Ho amato moltissimo Giorgione, anche se non sempre siamo stati d'accordo. Naturalmente, mi verrebbe da dire. Giacché nel momento in cui lui mi scriveva che la nostra generazione aveva perso, uno come me non poteva che dissentire. E la "sconfitta" da lui cantata allora è una presa di coscienza: della mancanza di continuità fra quello che si mise in gioco nel Sessantotto e quanto non si è messo in gioco dopo. Giorgione, in realtà, era un contestatore permanente. E proprio per questo a volte persino noi lo trovavamo fuori dal coro. Era un anticipatore, contestatore nel senso etimologico profondo . (it) |