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Dell'Occidente degli ultimi duecento anni relativismo - il cui nome oggi circola così tanto grazie alla Chiesa - è un fenomeno più profondo di quanto si creda. Riguarda l'esito della Storia. Pensiamo a due tempi: il primo, quello della tradizione filosofica tout court fino a Hegel, è seguito da quello del tramonto degli dei, ovverosia lo smantellamento inevitabile di questa tradizione. Ecco, è il tempo del relativismo». Perché non si tratta di un cambiamento di gusto, che Dio è morto perché la gente ha perso il gusto di credervi. Significherebbe che può rinascere. Io parlo di inevitabilità, di incontrovertibilità. Nelle conferenze verrà rovesciato un modo di pensare ancora prevalente, riconducibile per esempio a Marx, che vuole che sia l'esistenza e la vita dell'uomo a trasformare il mondo. Come dire, la filosofia sarebbe solo una sovrastruttura posta su una realtà di base. Non è così. Il discorso filosofico contemporaneo ha una sua invincibilità. (it) |