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Questo era l'uomo che il movimento nazionalista impose come primo ministro ad uno scià pieno di paura e di collera: un vecchio aristocratico liberale, dalla salute malferma, abile negli intrighi di palazzo, ma anche coraggioso nel difendere le sue idee, oratore eloquente, trascinatore di folle, grande «mattatore» della politica, capace di dirigere una battaglia di strada dal suo letto, in pigiama a strisce, fra una crisi di depressione e uno svenimento: un affascinante miscuglio di tradizioni consunte e di sogni rivoluzionari, un ponte insicuro, precario, lanciato fra passato e futuro. (it) |