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Prima di tutto, dall'orizzonte si alzarono alcuni raggi luminosi che presto attraversarono il e soffocarono le chiare stelle. Le stelle si estinsero e la luna era tramontata. E la pianura di neve si oscurò.
Allora da essa si levarono le nebbie e rimasero attorno alla pianura, come guardie d'onore.
E in un posto, a oriente, le nebbie erano più chiare, come guerrieri vestiti d'oro.
E poi le nebbie ondeggiarono, i guerrieri di oro si chinarono giù.
E dietro loro sorse il sole e stette sopra i loro cimieri dorati e guardò la pianura.
E la pianura tutta s'illuminò di una luce straordinaria, accecante.
E le nebbie solennemente si sollevarono in una danza grandiosa, si ruppero ad occidente e, oscillando, si portarono in alto.
E a Makàr parve di sentire un canto meraviglioso. Era proprio quel canto, da tanto tempo conosciuto, con il quale la terra ogni volta saluta il sole. Ma Makàr non aveva ancora rivolto ad esso la dovuta attenzione, e per la prima volta comprese com'era meraviglioso quel canto. (it) |