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Passeggiavamo sotto le sfavillanti luci di quell'epoca felice, attraverso le testimonianze dello splendore, della fortuna e della felicità francesi, e, a distanza di pochi anni, questa Esposizione può sembrare l'ultima manifestazione, già tardiva, del tempo della prosperità. I getti d'acqua colorati di fuoco, le fantasmagoriche architetture di cartone e cartapesta, nella dolce notte di Vincennes, assumevano un aspetto magico e irreale, che andava ben oltre il semplice espediente scenografico. Erano gli sfondi stessi dell'avventura, e tutta una letteratura d'evasione era approdata lì, alla portata dei piccolo-borghesi, tra gli orsi e le foche dello zoo e la grande mole rossiccia del tempio d'Angkor. Eppure quella notte ironica e tenera ad un tempo sembrava la rappresentazione vivente d'un romanzo di Jules Verne, ed era meraviglioso vagabondare fra le finte pietre dipinte, le architetture e gli edifici quasi fluttuanti nell'aria . (it) |