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Mi sono ripetuto dimostrandolo mille e più volte che il termine attore ha il suo etimo nell'"àgere retorico" e nemmeno per sogno nel verbo agire. E nonostante la solarità della mia lezione questi frenetici spazzini del proscenio seguitano a naufragare. Dove?... nell'identità, scorreggiona del teatrino occidentale. Patronale. Del testo a monte, prosternati davanti alla morale del senso, alla strisciante, servilissima, venerazione dei ruoli; all'insensatezza psicologica, alla verità verbale coniugata alla più insulsa, stucchevole frenesia del "moto a luogo". Alla rappresentazione insomma dei codici di stato. Come se a tanta indecenza non provvedesse la virtualità della vita tout court. (it) |