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Ceausescu esaltava l'identità latina dei rumeni per distinguerli dagli slavi, immaginando stravaganti parentele con gli imperatori romani. Lo sciovinismo veniva sollecitato con accuse contro le minoranze etniche. Ceausescu riversava il suo odio contro gli ungheresi di Transilvania. Zivkov se la prese con i turchi. Sarà il suo ultimo grande errore. Un errore con risvolti criminali. L'atteggiamento dei comunisti bulgari verso i novecentomila abitanti di origine turca e i duecentomila pomaki non era mai stato generoso: e non solo per motivi religiosi, in un sistema per sua natura antireligioso, o a causa della maggioranza ortodossa. Nel riesumare la storia nazionale, il partito ha creato o risvegliato assurdi sentimenti di vendetta nei confronti delle minoranze che potevano apparire come i residui della lunga, plurisecolare, dominazione ottomana. Prima Zivkov fece slavizzare i nomi turchi in occasione del rinnovo della carta di identità. Arrivò anche a proibire la lingua turca nei luoghi pubblici e a punire i musulmani che praticavano la circoncisione. (it) |