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Quel che caratterizza la nostra ontologia è un principio radicale d'indeterminazione: il bisogno di essere sottomessi a un processo costante di costruzione e decostruzione sociale. La nostra sovranità non ci è attribuita alla nascita , ma è fatta di un'impalcatura di finzioni, una sorta di esoscheletro sociale che ci mantiene in vita: non c'è niente di “reale” in un nome, o in un aggettivo, in un documento d'identità dove è scritto tedesco, francese, spagnolo o siriano. Il nome non è altro che fumo, dice Goethe, eppure respiriamo grazie a questo fumo condiviso. Di conseguenza, per favore, chiamateci con il nostro nome. (it) |