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Se lo sport, sotto forma delle discipline collettive e soprattutto del calcio, ha potuto assurgere al primo posto, non è tanto, senza dubbio, per il suo valore atletico, quanto perché si è rifatto carico, anche se in modo impoverito, della funzione che Aristotele attribuiva alla tragedia greca: la purificazione delle passioni, che negli spettatori, durante la rappresentazione, erano portate al parossismo. Da ciò deriva lo scatenarsi delle violenze partigiane che riproducono quelle delle lotte tra fazioni nella vita pubblica: è impossibile assistere a un incontro per la pura bellezza del fatto sportivo, da spettatori neutrali. Da ciò deriva anche la celebrazione della vittoria, ricalcata sul modello del trionfo: tutta la città si identifica allora, del resto per un tempo molto breve, con la sua squadra. (it) |