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Per recuperare l'urbanesimo come il terreno adatto all'associazionismo, alla cultura, alla comunità, la megalopoli deve essere distrutta senza pietà, e sostituita da nuove comunità decentrate, ognuna inserita con cura nell'ecosistema di cui fa parte. Si può a ragione sostenere che queste ecocomunità avranno le caratteristiche migliori della polis e del comune medioevale, sostenute da ecotecnologie complete in grado di portare gli elementi più avanzati della tecnologia contemporanea – comprese fonti di energia come il vento e il sole – su scala locale. Vi sarà un nuovo equilibrio tra città e campagna – non sobborghi sparsi che mistifichino un pezzetto di prato o qualche albero disposto strategicamente come natura, ma un'ecocomunità funzionalmente interagente, che unisca il lavoro mentale e quello fisico, l'agricoltura e l'industria, l'individuo e la collettività. , traduzione di Mila Leva e Alberto Friedemann, Feltrinelli, Milano, p. 150; citato in Varengo 2007, p. 113) (it) |