so:text
|
Telefonai subito a Palermo. Seppi cosí che autore del romanzo era Giuseppe Tomasi, duca di Palma e principe di Lampedusa: sí, proprio il cugino del poeta Lucio Piccolo di Capo d'Orlando – mi fu confermato. Il quale principe, purtroppo, ammalatosi gravemente un anno avanti, nella primavera del '57, era morto a Roma, dove era andato per un estremo tentativo di cura, il luglio dello stesso anno. Si legga dunque da capo a fondo il romanzo, con l'abbandono che pretende per sé la vera poesia. Frattanto, dal canto suo, il piú vasto pubblico dei lettori avrà avuto il tempo di innamorarsi ingenuamente, proprio come usava un volta, di quei personaggi della favola dentro i quali l'autore, anch'egli come usavano una volta i poeti, se ne sta chiuso chiuso. Del principe don Fabrizio Salina, voglio dire, di Tancredi Falconeri, di Angelica Sèdara, di Concetta, e di tutti gli altri: il povero cane Bendicò compreso. (it) |