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Guai a parlargli di Dracula. Diventa subito nervoso. È come – scusate l'ovvietà – chiedere a un vampiro se gradisce l'aglio, la luce del giorno, i paletti di legno e il plasma in bottiglia. No, Christopher Lee, forse il più celebre «principe delle tenebre» dello schermo, insieme a Bela Lugosi e a Max Schreck, non è un tipo simpatico: difetta di autoironia e, a differenza del suo amico e collega Vincent Price, deve sentirsi poco in pace col proprio passato vampiresco, altrimenti riconoscerebbe serenamente che la grande fama, nel cinema, gliel'ha ragalata soltanto il conte della Transilvania. (it) |