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Fu adunque la vita dell'Ornato, sì in patria e sì quando pellegrino era in terra straniera, quella di un savio che la filosofia professò non già ad ostentazione d'ingegno ma perché, per sé praticandola, potesse riferirla a vantaggio dei seguaci, costoro ritraendo da quella vana specie che è la sofistica e scorgendoli all'investigazione del vero e alla pratica del bene. E quantunque di non molti monumenti scritti egli ci abbia lasciato, pur tanti e così efficaci furono gl'insegnamenti orali ch'ei trasfuse negli intelletti, e l'influenza negli animi, che il suo nome a buon diritto va unito col risorgimento degli studi filosofici in Italia. (it) |