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A Ruse, scrive Canetti – anzi, per lui, a Rustschuk – il resto del mondo si chiamava Europa e, quando qualcuno risaliva il Danubio fino a Vienna, si diceva che andava in Europa. Ma già Ruse, a dire il vero, è Europa, è una piccola Vienna, con il giallo ocra delle case dei commercianti ottocenteschi, i parchi ariosi e signorili, l'eclettismo degli edifici fin de siècle, grevi di cariatidi e ornamenti, e una tarda simmetria neoclassica. Ci si sente a casa, in un'aria familiare di Mitteleuropa solida e operosa, fra l'antica e colorita prosperità mercantile del porto fluviale e l'opaca imponenza dell'industria pesante; fra le vie e le piazze s'incontrano angoli di Vienna o di Fiume, la rassicurante uniformità dello stile danubiano. (it) |