so:text
|
Appassionato del neorealismo italiano, era stato per la prima volta a Genova nel 1947, semplicemente per vedere l'Italia, ancora devastata dalla guerra. Vi ero ritornato cinque anni più tardi, a ventidue anni. Avevo deciso di imbarcarmi sulle navi mercantili per vedere il mondo. Prima di partire su un cargo per l'Africa, sono rimasto un anno a Genova, lavorando presso una compagnia di navigazione. Fu il mio primo contatto con il mondo del lavoro, e con gli uomini di mare e del porto.
Ritorno a Genova per la prima volta dopo quarant'anni. Il porto e la città non sono molto cambiati. La città è sempre così bella, così estranea e un po' triste. Il porto sta morendo. Come dappertutto in Italia, il contesto economico, sociale e politico è esplosivo. Si sente che le cose si muovono e che il Paese è sulla soglia di reali trasformazioni. Durante questi quarant'anni, ho abbandonato la vita di marinaio, e ho fatto del cinema. Mi piacerebbe, adesso, attraverso il cinema, calarmi nella mia memoria del porto di Genova, scrutare il presente e tentare di indovinare l'avvenire. Volevo cogliere i segni del passato di un falso marinaio, per tentare di soddisfare quella mancanza che scava la realtà di un vero cineasta. Articolare questo passato con il presente, confondere l'immaginario con la realtà di questo mondo. (it) |