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Invano i suoi impudenti difensori, persistendo a confondere le quistioni di dogma e le quistioni d'istoria, vogliono trasformare in istituzione divina un dominio essenzialmente umano; essi non fanno che umiliare la religione e compromettere la Chiesa, identificandola con cose mutabili e imperiture. Il potere temporale dei papi non è che una istituzione politica; ei stesso s'è formato successivamente con dei doni e delle annessioni; è stato l'oggetto di numerose trasformazioni; e volere stabilire che esso fa parte essenziale e dommatica della Chiesa, equivarrebbe a dire che tutte le volte che subisce dei cambiamenti, tutte le volte che è diminuito o aumentato, la Chiesa stessa passi per le medesime modificazioni. Non si potrebbe nulla concepire di più offensivo per la religione, e di più fatale per la Chiesa che questa solidarietà, ed è per questo che noi dicevamo, che la prolungazione dello stato attuale fa ancora assai più male al papato, che all'Italia. (it) |