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Nessuno potrà negare che in alcuni punti, in alcuni episodi il testo è altamente poetico, in grado di trascinare persino il lettore moderno, al quale in un primo momento non poche cose sembreranno di certo alquanto estranee al suo modo di vedere e di sentire, nonché bizzarre. Ognuno dovrà ammirare la semplicità dei mezzi coi quali il poeta ha saputo raggiungere effetti sorprendentemente profondi. Chi non si commuoverà quando leggerà la patetica lamentazione di Gilgameš sopra la sorte del suo amico? Chi non resterà stupefatto quando leggerà il dialogo tra Ištār e Gilgameš? Chi non sorriderà e nello stesso tempo non resterà ammirato quando leggerà i discorsi tra il re e gli anziani di Uruk? Non penserà egli che l'umanità non è cambiata affatto in certi sentimenti dal principio del III millennio a. C. fino al giorno d'oggi? (it) |