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Come fosse la Trento del primo decennio del XX secolo, e insomma subito prima della guerra che doveva "restituirla" all'Italia, può sembrare strano e paradossale ma io – fiorentino e toscano di gente, credo, del medio Valdarno da parecchie generazioni – lo so abbastanza bene. Conosco un po' di cose su questa città di una trentina circa di migliaia di abitanti, che pure per quelli della regione doveva passare per una mezza metropoli se non altro perché l'aspetto di città, e non di paesone, ce l'aveva. E a dirglielo in una qualche misura, oltre alle belle e severe memorie dei suoi principi-vescovi che nei secoli l'avevano abbellita e all'impronta asburgica ch'era stata forte da quando, nel 1777, le prerogative del potere temporale erano passate all'imperatrice Maria Teresa, era la forte guarnigione dell'imperialregio esercito, forte di ben 3000 soldati che costituivano da soli il 10% della popolazione. Tra la popolazione italiana e gli austrotedeschi vigeva un rapporto di vicinato corretto, ma di segregazione reciproca. Non che, propriamente si odiassero: piuttosto s'ignoravano a vicenda. (it) |