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Se Cristo venne a rinnovare l'uomo nella sua interezza, a formarlo secondo la sua immagine, allora anche lo sguardo, la sensibilità, la forza creativa dell'artista sono coinvolti in questa nuova costituzione. Se si considera la controversia iconoclasta in questa prospettiva, allora il tentativo di confinare l'arte nell'ambito profano, appare come una profonda crisi nella considerazione teandrica del mondo e dell'uomo. Quello che, per la fede giudeo-cristiana, è un assunto profondamente radicato nel mistero dell'Incarnazione, cioè che l'uomo sia veramente ad imaginem et similitudinem del suo Creatore, viene fermamente respinto dall'Islam. Dio è unico e non ha eguali: la Sura "Al-Ikhlas" , che ogni musulmano recita ogni giorno, dice quanto segue: «Di': "Egli Allah è Unico, Allah è l'Assoluto. Egli ha generato, non è stato generato e nessuno è uguale a Lui"». Non vi è quindi nessuna rappresentazione di Dio nel mondo. Il fatto che l'Islam sia un culto aniconico non deriva da una teoria estetica. È la conseguenza della fede islamica in un Dio che niente può rappresentare. Solo la luce, nella moschea, sarebbe, secondo alcuni, un'evocazione metaforica del divino. E la luce è infatti senza forma né figura. (it) |