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Oh se rapita io fossi nel bel seno | di colui per il quale vo morendo; | se quel che resta dei miei corti giorni | vivere insieme a lui non m'impedisse | l'invidia; se passandomi le braccia | al collo, mi dicesse, «Cara amica, | contentezza prendiamo uno dell'altra, | sicuri che tempeste non potranno | disgiungerci, né Euripo o Correnti | in nostra vita più»; se intorno al collo | tenendo lui con le mie braccia, come | dall'Edera vien l'albero accerchiato, | giunga la morte, di vedermi sazia | invidiosa; allorquando più soave | lui mi baciasse e sopra le sue labbra | fuggisse la mia anima, oh certo | morrei, più che da viva, oh più felice. (it) |