so:text
|
Giacomo entrò in un salotto, ove l'aria era tutta impregnata de' fiori traboccanti da' grandi vasi di porcellana dipinta; e la bella creatura, in una tunica di stoffa violacea, sedeva sur un divano coperto di pelli preziose. Ella stese la mano piccola e bianca al poeta; lo fece sedere accanto a sé; gli chiese un gran piacere, del quale gli sarebbe rimasta assai grata: bramando di possedere una raccolta d'autografi d'uomini illustri, pregava il suo amico che gliene procacciasse. Il suono delle parole non diceva di più; ma la fiamma degli occhi arditamente fissi in quelli di Giacomo, il sorriso delle labbra mollemente dischiuse in atto di segreta persuasione, il fascino ch'emanava dalla bella persona alquanto curvata verso di lui, l'impaccio leggiero della conversazione, parea promettere altro. Il poeta sentì come un tuffo nel sangue; chinò gli occhi; offrì balbettando tutte le lettere d'amici suoi ch'ei custodiva gelosamente nella sua Recanati; soggiunse che si sarebbe adoperato con ogni sua forza per appagare il desiderio di lei. Mentr'egli parlava, la signora si prendea fra le braccia le sue bambine e, baciatele su la bocca, se le premeva sul seno, acconsentendo alla vista del mal cauto visitatore il collo candidissimo e ignudo sotto il volume della nera capigliatura.
Quando Giacomo, in preda a una straordinaria esaltazione, uscì di quella casa, egli era innamorato morto di quella donna. (it) |