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C'è accordo, fra gli stoici, nel dire che è il cuore la sede dell'egemonico, e non il sangue, che nasce assieme al corpo. E così l'anima intera dirama dal suo egemonico, come rami da un tronco, i sensi – che sono le sue funzioni –, destinati a loro volta a diventare messaggeri di ciò che le singole parti percepiranno. L'anima stessa, quindi, come un sovrano, giudica le percezioni comunicate a lei dai sensi. In verità, è proprio della riflessione e della deliberazione interiore comprendere la perturbazione a cui ogni senso è soggetto e, dai dati che i sensi trasmettono, comprendere quale sia l'oggetto che l'ha causata, accogliere il presente, ricordare ciò che è assente e, parimenti, prevedere il futuro. (it) |