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Fui impressionato dall'emozione con la quale anziani progettisti, tecnici della produzione, commerciali, persone che avevano contribuito con il loro lavoro e la loro competenza a fare grande l'Olivetti, vennero a vedere la macchina, sentendo che con essa un'epoca si chiudeva. Molti si chiedevano quale sarebbe stato nel futuro il valore della loro professionalità accumulata in tanti anni; l'elettronica avrebbe spazzato via tutto? Io ero profondamente contento che la macchina fosse il frutto del lavoro cooperativo di tanti tecnici con competenze diverse, che avevano accettato di fornire il loro contributo in un clima di assoluto volontarismo e di un'assoluta libertà, attratti solamente dal fascino di un'idea. Ebbi vivissima l'impressione che lo spirito di Adriano rivivesse in quel prodotto e che la Divisione Elettronica da lui voluta non fosse stata vendita, ma si reincarnasse in tutti quei valorosi progettisti. (it) |