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Personalmente ritenevo che la propaganda e l'assistenza internazionali alla nostra causa fossero necessarie. Il lavoro principale, ovvero la mobilitazione delle masse per la lotta nazionale, pensavo che dovesse svolgersi in Birmania. Avevo anche abbozzato un piano, consistente in un movimento di resistenza popolare in tutto il paese che si opponesse gradualmente all'imperialismo britannico coincidente con iniziative sul piano nazionale e internazionale sotto forma di scioperi locali e parziali di lavoratori industriali e rurali culminanti in uno sciopero generale, oltre a tutte le forme di propaganda militante, come dimostrazioni e cortei popolari, e infine disobbedienza civile di massa, campagna economica contro l'imperialismo britannico sotto forma di boicottaggio delle merci inglesi, sciopero fiscale, azioni di guerriglia contro strutture militari, civili e posti di polizia, linee di comunicazione e così via, per produrre la paralisi completa dell'amministrazione britannica in Birmania; a quel punto, saremmo stati in grado, grazie anche all'evoluzione della situazione internazionale, di porre definitivamente la questione della presa del potere. Allora contavo sull'appoggio delle truppe britanniche - in particolare dei reparti non inglesi. Nel progetto contemplavo la possibilità di un'invasione giapponese della Birmania, ma su questo punto non avevo le idee chiare . (it) |