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Come paleontologo, non mi faccio alcuna illusione in merito al fatto inesorabile e alle forme della concordanza biologica. Ma, allo stesso modo, mi rifiuto assolutamente di trasporre brutalmente le leggi meccanicistiche della selezione all'interno del dominio umano. Poiché, se la natura ci insegna chiaramente che esiste un'universale lotta per la vita, essa non meno categoricamente ci insegna che, nel passaggio da uno stadio di esistenza ad un altro, le proprietà dell'ente sussistono solamente nell'essere trasformato o trasposto. Lo sfruttamento e l'annientamento reciproco possono essere la regola fra i gruppi zoologici sub-umani, poiché questi ultimi tendono continuamente a soppiantarsi l'un l'altro e a differenziarsi l'un l'altro. Di contro, nel caso della rete umana, se essa progredisce unicamente mediante un conformarsi, l'emulazione fraterna necessariamente si sostituisce dall'interno alla concordanza ostile. Seguendo le basi della maggior parte delle radici biologiche, il problema delle razze, del loro aspetto, della loro coscienza, ci induce al punto di riconoscere che l'unico clima nel quale l'uomo possa continuare a crescere, sia quello del sacrificio di se e della rinuncia in uno spirito di fratellanza. In verità, stante la velocità alla quale crescono la sua conoscenza e le sue ambizioni, il mondo esploderà se l'uomo non imparerà ad amare. (it) |