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L'uomo nuovo della Ballhausplatz si chiamava conte Leopold Berchtold von und zu Ungarschütz, ed era stato proposto dall'erede al trono, che lo riteneva maneggevole, e accettato dall'Imperatore, che in lui poteva vedere un secondo Tisza: un esponente di quella feudalità che in Ungheria aveva dato prova ancora una volta di essere il sostegno della monarchia e che forse avrebbe potuto dimostrarsi tale anche in politica estera. Il nuovo ministro degli Esteri sembrava facile da manovrare, poiché non era orgoglioso ed energico come Tisza; era senza dubbio presuntuoso, ma in un modo tanto ovvio che non sembrava accorgersi affatto quando gli alti se lo mettevano in tasca. Forse era troppo pigro e indolente per contrastare la volontà degli altri. Quanto a questo, era un genuino esponente della grande nobiltà degenerata nell'indifferenza, non proprio quello che ci voleva per rappresentare la politica estera di una grande potenza e di cui la monarchia aveva bisogno in quei difficili momenti. (it) |