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In questo testo dunque si accosta il concetto metafisico astratto di natura – cui si attribuisce in linea di principio la capacità di conoscere Dio – a quello storico-salvifico concreto che tiene conto della situazione effettiva dell'uomo, della sua situazione di salvezza e di perdizione. Così il Concilio cerca di stabilire un equilibrio tra due correnti della tradizione cristiana, che risentono rispettivamente del pensiero aristotelico-tomistico e del pensiero agostiniano. Pertanto il Concilio Vaticano I non ha definito in maniera pura e semplice una conoscenza naturale di Dio; piuttosto ha formulato il suo insegnamento in maniera dialettica: alla possibilità di principio della conoscenza naturale di Dio ha contrapposto la problematicità di una simile conoscenza e la necessità morale della rivelazione soprannaturale. (it) |