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Memorie come queste hanno acceso in lei la voglia di raccontare uno scrittore tanto stravagante, prendendosi pure tutte le libertà dell'invenzione. Quella, per esempio, di infilarsi dentro la storia di Cuore di furia non come Romana Petri, ma con il suo anagramma, Norama Tripe, in qualità di figlia. Figlia abbandonata e negletta, che – si precipita un giorno da Milano a Roma presentandosi inattesa alla porta del padre. Il quale la fa entrare sì, ma la chiude subito in terrazzo perché deve ricevere nientepopodimenoche Carlo Emilio Gadda, venuto a insultarlo come vigliacco imitatore. (it) |