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Uno che, con la faccia squadrata e il naso a patata, è il sorriso perfetto si chiama Roger Federer. Da ragazzino sfasciava le racchette, poi il talento gli ha fatto fare pace con se stesso. Tutto il suo corpo ha cominciato a sorridere nell'eleganza dei suoi gesti semplici, naturali. Non solo la racchetta, anche la pallina è diventata una parte di lui. Tra pensiero e azione non c'è stata più differenza: la risposta, la demi-volée, il passante prima si fanno punto e poi vengono pensati e ammirati. È così che Federer diventa il più bello di tutti, ispirato e incantevole, l'ultimo degli Dei, parte di quella cerchia che rientra nel Mito, i Tilden, i Laver, i Rosewall, i Borg. In campo è Magnifica Compostezza. (it) |