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Insegnami, Signore, a pregare la mia sete, | a chiederti di non togliermela | o spegnerla troppo in fretta, | ma di accrescermela ancora | in quella misura che io non conosco | e che solamente so essere la tua! | Insegnami, Signore, a bere dalla stessa sete di te, | come chi si alimenta, anche al buio, | della freschezza della sorgente. | Che la mia sete mi faccia mille volte mendicante, | mi renda innamorato e mi converta in pellegrino. | Che mi obblighi a preferire la strada alla locanda | e lo spazio aperto della fiducia al calcolo pianificato. | Che questa sete si faccia mappa e viaggio, | parola accesa e gesto che prepara | la tavola su cui dividere il dono. | E quando darò da bere ai tuoi figli | sia non perché possederò l'acqua, | ma perché come loro io so cos'è la sete. (it) |