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Ho un vocabolario tutto mio particolare: io «passo» il tempo, quando è cattivo e fastidioso. Quando è buono, non lo voglio passare, lo ripercorro, mi ci indugio. Bisogna trascorrere sul cattivo e fermarsi sul buono. Questa espressione abituale di «passatempo» e di «passare il tempo» riflette l’abitudine di quelle persone prudenti che non pensano di poter trarre miglior frutto dalla loro vita che lasciandola scorrere e sfuggire: passarla, scansarla e, per quanto sta in loro, ignorarla e fuggirla, come cosa di natura noiosa e disprezzabile. Ma io la conosco diversa, e la trovo e apprezzabile e gradevole, anche nel suo estremo declino, in cui mi trovo. E natura ce l'ha messa fra le mani fornita di circostanze tali, e tanto favorevoli, che dobbiamo prendercela soltanto con noi stessi se ci affligge e ci sfugge senza frutto. (it) |