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Non si vuole negare l'ovvia evidenza del fatto che, in Germania, non mancavano gli studenti liberali come Mommsen e Virchow. Ma ciò che conta sottolineare, è che essi erano in netta minoranza, e tanto più lo furono quando, a partire dagli anni ottanta, i corpi accademici non fecero più nulla o quasi per frenare la montante marea di antisemitismo.
Si tratta di un atteggiamento facilmente spiegabile, nient'affatto misterioso e che, oggi ancora, dovrebbe risultare evidente a prima vista. Ben di rado gli accademici si oppongono al regime, al potere, e in Germania in particolare essi erano direttamente legati al regime, e di conseguenza tendevano a favorire lo status quo. È questo il motivo che più d'ogni altro ne spiega il comportamento: i corpi accademici non desiderano altro che la tranquillità, un'atmosfera in cui condurre in pace le loro ricerche «imparziali»; un modo d'essere in auge già avanti la prima guerra mondiale, e che toccò l'acme sotto il nazismo. (it) |