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L'uscita di scena di re Hussein avvia di fatto la fine dell'era post-coloniale in tutto il Medio Oriente e prelude a un'era di radicali mutamenti non solo nei gruppi dirigenti ma anche nella realtà geopolitica dell'intera regione. Il "modello" incarnato da re Hussein è quello del leader ultrasessantenne al potere da vari decenni, con seri problemi fisici e non meno gravi difficoltà politiche. L'esercito è il cardine di un potere esercitato con un'autocrazia sostanziale e una democrazia formale, che si caratterizza con la disaffezione e lo scontento delle masse, attentati, colpi di stato, crescita dell'integralismo islamico e del terrorismo. La priorità strategica è la salvaguardia ad ogni costo di stati nazionali, perlopiù assurde creature del colonialismo, con la repressione spietata di qualsiasi movimento libertario che tenda all'affermazione delle nazionalità naturali su base etnico-confessionale. (it) |