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Parrasio fiorì nell'Olimpiade novantesimaquinta intorno ai tempi della maggior energia de' Greci, ma non ancora nella perfezione dell'arte che tuttavia mancava nel disegno e nelle proporzioni e nell'espressione e nel colorito. L'emulazione di Zeusi fece sì, che Parrasio supplisse in alcuna parte a tutte queste mancanze. Approfittandosi della Filosofia di Socrate, conobbe di quanto ornamento fossero all'arte la simmetria nella composizione, l'esattezza ne' contorni, la diligenza nell'animare, per modo di dire, le più piccole cose, con dar loro una certa arguzia, e si adoprò tra i primi per esprimerle, se non eccellentemente, come fecero Apelle e tre suoi colleghi, almeno con tale convenienza, che nessuno prima di esso fece. (it) |