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E fu allora che prese forma la notte. Fu come se fino a quel momento Alioscia non l'avesse mai vista. Ebbe bisogno di tacere. Non che stesse parlando ma, insomma, era distratto: sorseggiava dello yogurt, sbirciava giù sotto le luci dell'astronave, giocherellava con i comandi. Era, insomma, distratto. E fu allora che tacque. Smise. Si mise più correttamente seduto sulla poltrona. Come se una tale vista, l'entrata nella navetta di una tale signoria, esigesse rispetto, raccoglimento, ordine. Forse per la prima volta fece silenzio. Come se quella maestà infinita, serena e solenne, così priva di luna e così folta di stelle, avesse versato nella sua anima un misterioso incanto. D'un tratto, seduto sulla poltrona con gli occhi volti alle stelle, la sua voce rompendo il silenzio ma non l'incanto, quasi abbandonandosi ad una ispirazione profonda esclamò: "Com'è bello!". Ma sì -continuava quietamente a ragionare tra sé in una sorta di svelto bisbiglio interno-. Ma certo... E c'è chi dice che Dio non esiste. (it) |