so:text
|
Feci venire un gelato sulla terrazza popolata da turisti americani, gli offrì ironica la ciliegina che lo sormontava, la rifiutò. La nostra vicina americana si mise a ridere; Rosati mi guardò sospettoso e avidissimo di sapere perché. Gli recitai il verso di Allen Ginsberg, He took my cherry mentre la turista rideva sempre più forte e Rosati cercava di uscire dall’imbarazzo. Per uscirne mi portò nello studio luminosissimo di un avvocato romano suo amico che dietro una parete girevole nascondeva un laboratorio alchemico di profumi: l’apertura della parete sembrava una scena di un film di James Bond. L’avvocato mi disse, sornione, che avrei dovuto continuato a offrire al mio intervistatore gelati con la “ciliegina” e mi regalò un pentacolo e un profumo con tanti auguri. (it) |