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Caro Pola, ho avuto ieri la sua antologia e la ringrazio. Per combinazione era da me Vanni Scheiwiller. Ho letto ieri sera e questa mattina, parecchie delle sue liriche. Alcune in dialetto mi sono parse tra le più belle. Quella che più mi è piaciuta, incomincia così: A na vita che brusa / come na fassina / de sarmentèi... E quella invocazione di chiusura me la sono presa per me, perché è valida per tutti i poeti «ma dal calor che vene dala sfiamada / signor, fa che no resta demò zendro! / Se nò, percòssa viver e brusar?». Caro Pola, forse non esiste quel «percòssa»: forse la fiamma è la stessa vita e solo sua la legge. Non v'è la fine oltre l'ardere, il fiammare. Noi possiamo solo farci l'augurio che qualche nostro verso susciti una favilla in altri. Che è quello che lei invoca. E io con lei. (it) |