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Sono ateo, grazie a Dio»: questa famosa dichiarazione del regista spagnolo, ripetuta più di una volta, c'intriga.
Un paradosso, una provocazione: ma in fondo esprime efficacemente la contraddizione di quest'artista, sulla cui sincerità nel definirsi non credente non c'è da dubitare e che tuttavia spesso ha incentrato il suo cinema sulla testimonianza di fede nonché sulla «malafede», nel senso di cattiva coscienza .
La reazione ad un certo cattolicesimo della provincia spagnola degli inizi del Novecento, intriso più d'abitudini rituali e di moralismo rigido che non d'amore, di disponibilità e di comprensione, ha spinto Buñuel ad una forte contestazione che egli riteneva antireligiosa, ma che lo fu solo nelle sue opere giovanili .
Risalta, in tutta la sua vita, l'attaccamento alla Parola di Dio, com'è dimostrato dall'assidua frequentazione dell Bibbia e dal suo ricorrente sguardo cinematografico sulla figura e sull'insegnamento del Cristo.
Non è un caso che fra i suoi intimi amici degli ultimi anni ci fosse un padre domenicano, il quale dopo la sua morte ne ha raccolto le ceneri conservandole nel convento di Copillon, a Città del Messico. (it) |