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Non ci sembra di propendere per l'esagerazione se consideriamo Leone Traverso come «il pellegrino appassionato dei santuari dell'arte e dell'anima», «il membro di un ideale ordine laico» a cui appartennero, al dire di Praz, oltre a Hugo von Hofmannsthal e a Walter Pater, anche Henry James e Marcel Proust, un devoto di Robert de la Sizeranne, l'autore di Ruskin et la religion de la Beauté, e non ultimo il d'Annunzio delle città del silenzio: Venezia, Mantova, Ferrara, ammirato da Hofmannsthal e, con scelte selettive e mai ripudiate, pure da Traverso, che si riteneva, boutade a parte, l'ultimo della stirpe dei decadenti. (it) |