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La presenza dell'Est nell'Ovest, e dell'Ovest nell'Est, si manifesta qui, piuttosto che nei termini di un reciproco incontrarsi e fecondarsi, come una mutua minaccia mortale, come una reciproca coazione al dominio e alla morte; l'età globale, lungi dall'avere realizzato un superiore incontro fra popoli, ha prodotto solo un meticciato universale, un caotico flusso di individui sradicati, all'interno dell'unico orizzonte di civiltà costituito dalla dilagante economia di mercato, dalle sue esigenze e dalle sue coazioni. In quest'ambito il ricercare le identità, il rinnovare i radicamenti, il coltivare le autenticità delle «civiltà», è ormai soltanto una reazione indotta dalle dinamiche omologanti ma non unificanti, dall'interdipendenza conflittuale, dell'età globale. Essere se stessi per incontrare gli altri, scoprire l'altro in noi stessi, e noi stessi nell'altro, è ormai più un set di buone intenzioni che una reale possibilità di esperienza. Le politiche dell'autenticità hanno in sé la stessa violenza del conflitto; i popoli, dopo l'incontro coatto che li ha polverizzati, riscoprono se stessi solo per combattersi come civiltà. (it) |