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La richiesta di separazione fra Stato e Chiesa e di totale abolizione dell'insegnamento religioso nella scuola pubblica, che allora parte anche da alcuni settori del mondo cattolico, proviene soprattutto, con altro spirito, da un vasto movimento laicista e anticlericale, che nel 1907 sembra destinato ad affermarsi anche a livello della classe governativa. Fra il 1905 e il 1908 infatti esso non è così marginale e ininfluente quale appare nella descrizione di alcuni storici; ha le sue radici in un fenomeno già robusto negli anni precedenti e che trae molta della sua forza dal modello di politica ecclesiastica offerto dalla Francia in quel periodo e incide sulla politica italiana non soltanto perché pervade tutta l'Estrema Sinistra, che dell'anticlericalismo fa la sua bandiera e in esso riconosce il suo comune denominatore, ma per la sua presenza notevole nelle amministrazioni locali e anche nei governi, compresi quelli guidati da Giolitti, che, come ha scritto giustamente Salvemini, «sfruttava a proprio vantaggio» tanto i cattolici quanto i massoni. (it) |