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La poesia di Gino Geròla si svolge secondo le esperienze e le situazioni del tempo, ma non cede mai ad avventure di forme: il fondamento è costituito dall'alta meditazione della parola sui paesaggi, quelli così profondamente concretati nel suo Trentino di valli, monti, colline, venti, brevi e impervi paesi, avare coltivazioni e vaste selve, rocciose cascine, tenace e affaticato lavoro, lucido, senza disperazione, eroico, come una suprema sapienza e verità della condizione dell'uomo. L'endecasillabo e il settenario sono la struttura specifica di tutte le sue raccolte poetiche, e soltanto forse Telegiornale e Notizie di cronaca comportano qualche ampliamento metrico per esprimere più affannosamente il giudizio degli errori e dei mali della storia che coinvolgono il poeta, indotto allora a reagire con la partecipazione dolorosa di un tempo che, sì, si è mutato, ma moltiplicando le indifferenze, le violenze, gli orrori. La valle di Geròla, e tutto il suo paesaggio ripercorso, ridescritto e contemplato, sono, insieme, l'esperienza della vita e del cuore e l'emblema della condizione umana. (it) |