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Ogni anno vado in vacanza con la mia famiglia sulla costa occidentale della penisola di Izu. Andiamo sempre nello stesso posto, nello stesso albergo, ormai da più di dieci anni, tanto che per me è un po' come essere a casa. Lì non succede mai niente di speciale, e io trascorro le mie estati nella noia.
Ho scritto questo romanzo perché volevo lasciare impresse da qualche parte le sensazioni di quei giorni: quel "non esserci niente", il ripetersi delle nuotate, delle passeggiate e dei tramonti, con il mare sempre presente. Così che, se per caso io o qualcuno della mia famiglia dovessimo perdere la memoria, ci basterebbe leggere questo libro per riuscire a ricordare quel luogo. E poi ancora una cosa: Tsugumi sono io. Con il brutto carattere che mi ritrovo, non poteva essere altrimenti. (it) |